Incenso: un antico metodo di fumigazione dal significato profondo
Bruciare incensi, erbe aromatiche, salvia e resine è una tradizione che affonda le sue radici nell'antichità, in tantissime culture differenti ma ormai si è perso il vero significato profondo di questo procedimento.
Incenso: tra antichità e folklore moderno
L'incenso, con una lunga storia di utilizzo in diverse culture, è intriso di simbolismo e misticismo. L’incenso nell’antichità era considerato un bene prezioso e veniva utilizzato in vari contesti, dalle cerimonie religiose ai rituali di guarigione.
L'incenso è molto più di un semplice aroma; è un ponte tra il mondo fisico e quello spirituale, un elemento che unisce tradizioni antiche con pratiche contemporanee, riempiendo l'aria di significato e trascendenza.
Che effetto fa l'incenso?
Il primo tra gli utilizzi nell'antichità dell'incenso è la fumigazione in generale che risale a quando si utilizzava nelle nei rituali praticati dalle prime popolazioni e si suppone che utilizzassero questo procedimento di fumigazione per rilassarsi e influenzare gli stati d'animo e venivano proprio fatte delle pratiche (o rituali) con il fumo derivato dalla combustione dell'incenso o delle erbe.
Foklore: a cosa serve bruciare l'incenso?
Spesso gli incensi venivano utilizzati gli incensi nei rituali religiosi, come ad esempio in Egitto, per mandare dei messaggi alle divinità. Gli Egizi, in particolare, consideravano l'incenso un dono degli dei e lo utilizzavano nelle pratiche di imbalsamazione, credendo che aiutasse l'anima nel suo viaggio nell'aldilà.
Nella cultura orientale è ancora oggi molto utilizzato e apprezzato durante i rituali religiosi, per esempio nei templi buddisti o anche in ambito medico/magico, vengono utilizzati gli incensi per pulire e disinfettare gli ambienti, le stanze della casa, gli ambienti comuni o gli ambienti più popolati.
Nella cultura cinese, l'incenso è stato utilizzato nei templi per comunicare con gli antenati e gli spiriti, simboleggiando la connessione tra il mondo terreno e quello celeste.
Nell'Impero Romano, l'incenso era un simbolo di status e veniva bruciato durante i banchetti e le celebrazioni per impressionare gli ospiti e mostrare ricchezza e prestigio. I Romani apprezzavano anche le proprietà aromatiche e purificatrici dell'incenso, utilizzandolo per profumare gli ambienti e creare un'atmosfera di lusso.
Altri rituali che ritroviamo in tante culture restano legati alla fine dell'anno (al capodanno), dove l'incenso veniva utilizzato per eliminare e allontanare tutte le energie negative e per accogliere il nuovo.
Veniva proprio utilizzato l'incenso, e le salvie e le erbe, per andare a sradicare completamente la negatività dal proprio ambiente, dalla propria vita, dalla propria persona per accogliere il nuovo anno e dare l'addio all'anno precedente.
Incenso e cristalloterapia
Nell’ambito della cristalloterapia, si utilizza l’incenso naturale, insieme a Seelenite e altri metodi, per purificare a fondo i cristalli, le pietre naturali, l’ambiente e la persona.
Ad esempio, il mio kit completo per la purificazione e la ricarica energetica dei cristalli contiene:
- 1 smudge di Salvia Bianca
- 1 bastoncino di Palo Santo
- 1 confezione di incenso a coni (10 conetti) al profumo di Vaniglia o di Cannella)
- 1 pietra di Selenite
- 1 mini Drusa di Ametista
- 1 pietra di Ematite

Da dove si ricava l’incenso?
L'incenso è ricavato principalmente da resine naturali ottenute da specifiche piante e alberi.
Le piante più conosciute da cui si ricava incenso sono principalmente:
- Boswellia
- Commiphora
- Styrax
- alcune specie di pini e cipressi
- Piante di sandalo
Incenso di Boswellia
Il genere Boswellia è il più famoso produttore di resina per l'incenso perché da lì si ricava l’ebano - che è noto come il franchincenso -, uno delle resine più antiche e pregiate, quindi molto conosciuto e apprezzato.
Queste piante crescono nella penisola arabica ma anche in Africa orientale e in India, dove viene coltivato appositamente per la produzione di incenso. La resina di questa pianta è utilizzata sia per creare degli aromi balsamici e agrumati, sia per le proprietà antinfiammatorie e analisi energetiche, come soprattutto quella che si produce in India.
Oppure, ancora, si utilizza per creare un aroma più speziato e più dolce e quindi la sua resina viene utilizzata per tantissime tipologie di incensi naturali.
Incenso di Commiphora
La Commiphora è quella che, comunemente, chiamiamo anche mirra; proprio perché da questa specie viene ricavata e prodotta la mirra. È originaria delle regioni aride dell'Africa e della penisola arabica.
E’ una resina molto apprezzata, di colore marroncino, con il suo aroma molto intenso, forte e balsamico. Questo incenso è utilizzato in tante pratiche terapetiche, religiose e nei rituali, ma anche nella medicina tradizionale, grazie alle sue proprietà analgesiche e antisettiche.
Incenso da Pini e Cipressi
Dai pini e dai cipressi si ricavano degli aromi più resinati, come per esempio il ginepro, oppure con delle profumazioni molto fresche che spesso si utilizzano anche nei prodotti di profumeria.
Tradizionalmente, questi questi incensi aiutavano - soprattutto quello del ginepro - a tenere lontano il male, il negativo e tutto quello che riguarda proprio l'appesantimento energetico.
Piante di Sandalo
Anche se tecnicamente non è una resina, il legno di sandalo è spesso utilizzato per produrre incenso grazie al suo profumo dolce e legnoso. Il legno di sandalo si trova in India e in altre parti dell'Asia.
Come ad esempio questi coni d'incenso alla fragranza di Sandalo, perfetti per la purificazione dei cristalli e per la profumazione dell'ambiente.
Come si produce ed estrae l'incenso?
Dal punto di vista del procedimento di estrazione della resina, in primavera e autunno, si raccoglie a mano dalla pianta, prima si fa un incisione della corteccia, poi si raccoglie e poi viene pulita e preparata - rimuovendo tutte le impurità, i pezzi di corteccia, la polvere.
Viene infine lavorata, sminuzzata e utilizzata per la produzione di incenso (trasformate in bastoncini o coni, o per la produzione di oli essenziali.